Come avrete capito dai miei Tweet nei giorni scorsi ho partecipato all’edizione 2012 di Travel Bloggers Unite, l’annuale conferenza per i Travel Bloggers di tutto il mondo che quest’anno si è svolto in Umbria, per la precisione ad Assisi.
Visto che già avrei voluto partecipare al TBU dell’anno scorso, quando ho letto sul sito che la nuova edizione si sarebbe tenuta letteralmente a due passi da casa non ho saputo resistere; quando poi in occasione del Travel Blogger Elevator ho avuto la fortuna di vincere il biglietto per TBU… bé, quello è stato proprio un segno del destino 😉
Perché partecipare al Travel Bloggers Unite?
Per chi scrive su un travel blog ci sono vari buoni motivi per partecipare al TBU: già incontrare di persona i blogger che leggiamo tutti i giorni sarebbe di per sé un buon motivo. Se poi pensate che alcune di queste “star” della blogosfera sono lì per condividere esperienze e consigli, allora capirete che si tratta di un evento ghiotto per chi vuol far crescere il proprio blog.
Nonostante l’evento sia decisamente rivolto a chi riesce a vivere con i proventi del proprio blog – prospettiva abbastanza remota per un blogger italiano – ci sono stati comunque spunti interessanti per chiunque voglia “semplicemente” migliorare la qualità dei contenuti pubblicati.
E poi è proprio bello trascorrere qualche giorno con persone che la pensano come te, che si occupano delle stesse cose e con le quali confrontarsi. Vera ciliegina sulla torta poi le photo/video walks che anche quest’anno hanno coinvolto professionisti del calibro di Ken Kaminesky e Kirsten Alana: per i fotografi dilettanti come me, un’occasione da non perdere. E come non menzionare il “regalo” che la Regione Umbria ha fatto a tutti i blogger presenti organizzando un incontro con Steve McCurry, uno dei fotografi di viaggio più famosi al mondo.
Qualche riflessione
Ovviamente i blogger di lingua inglese in questo caso sono i principali destinatari dell’evento e del dei workshop: ascoltando molti dei presenti infatti ho pensato spesso “ok, fantastico, ma qui in Italia?”. Perché diciamocelo francamente, chi scrive in italiano non ha lo stesso numero potenziale di lettori, e certi modelli di business non possono semplicemente essere trasportati da un paese all’altro. Mentre alcuni blogger come Beth Withman (Wanderlust & Lipstick) parlavano di come differenziano le proprie fonti di profitto mi immaginavo la faccia della mia commercialista se gli proponessi qualcosa di simile…
Cose che ho imparato
L’esperienza al TBU è stata interessante sotto molti aspetti, e tra le cose che mi hanno colpito c’è sicuramente la qualità dei workshop e dei panel, durante i quali sono state affrontate questioni non banali, come il rapporto tra i travel blogger e l’industria del turismo e le agenzie di comunicazione/PR. In particolare tra le cose più importanti che ho imparato:
- cosa si aspettano la maggior parte dei brand e i rispettivi uffici stampa da un (travel) blogger
- non importa in che paese vivi, i problemi con gli uffici stampa e i PR sono più o meno gli stessi per chiunque scriva su un blog
- che probabilmente dovrei fare post più brevi – infatti si vede subito che ho capito perché questo post è già chilometrico
- che prima di andare a giro a scattare foto forse farei meglio a leggere il manuale della mia reflex
- molte altre cose che non vi rivelo, perché se proprio siete curiosi dovreste valutare seriamente di partecipare al prossimo TBU!
Peccato non esser potuta venire, immagino sia stato davvero molto interessante!!!
Ci vediamo questo we, sei nelle Langhe?
:))
Sì, è stato piuttosto interessante, comunque non disperare a Settembre ci sarà una nuova conferenza anche se ancora non si sa in quale città.
Nel week-end sarò anch’io nelle Langhe, non sapevo che ci saresti stata anche tu 🙂 Ci vediamo Domenica!