Il titolo di questo post potrebbe sembrare fantascienza, ma non vi preoccupate: si tratta “solo” del lancio della nuova stagione del Teatro della Toscana. La stagione 2017-18 è stata infatti presentata ieri presso il Teatro della Pergola di Firenze (il calendario completo lo trovate sul sito ufficiale). Non la solita conferenza stampa ma una sorta di viaggio nel tempo.
Il Teatro della Toscana infatti ha chiuso proprio quest’anno il suo primo triennio di vita. Nato come uno dei sette Teatri Nazionali concepiti dalla recente riforma del FUS, il Teatro della Toscana comprende oggi oltre al Teatro della Pergola, il Teatro Era di Pontedera, il Teatro Studio di Scandicci e può contare inoltre sul palcoscenico dello storico Teatro Niccolini recentemente restituito alla città di Firenze. Oltre a ciò che va in scena, visibile al pubblico, ci sono poi le attività che si svolgono dietro le quinte: la formazione degli attori e degli addetti ai lavori, con il laboratorio costumi e scene e l’esperienza dell’alternanza scuola lavoro. Un triennio impegnativo, dunque, che ha visto la Fondazione e i suoi teatri al lavoro su più fronti.
La conclusione del triennio è inevitabilmente un momento di bilanci, e al tempo stesso il momento per svelare i nuovi progetti. Una riflessione insomma sul passato, sul presente e sul futuro per un teatro che oggi ingloba realtà con storie e percorsi molto differenti. Oltre a valorizzare il patrimonio del passato, il Teatro della Toscana si occupa anche del teatro del futuro – con le iniziative di formazione della scuola Orazio Costa e il Workcenter del CSRT di Pontedera, il progetto L’Oltrarno – ma anche di produrre e mettere in scena le opere teatrali della stagione presente. Produzioni, che vanno aumentando di anno in anno, anche in collaborazioni con altre prestigiose realtà del panorama italiano. In totale andranno in scena 32 spettacoli, 13 tra produzioni e coproduzioni, 5 prime nazionali.
Non a caso quindi la conferenza stampa si è aperta con una performance della Scuola per Attori ‘Orazio Costa’ che hanno presentato uno studio sul celebre componimento Burnt Norton di T.S. Eliot recitato direttamente in mezzo alla platea – composta non da soli giornalisti. Infatti come succede ormai da qualche tempo la conferenza stampa si è tenuta sul palcoscenico: e se il palco è il luogo in cui il teatro si rinnova continuamente, ecco che il famoso verso di Eliot “solo col tempo si conquista il tempo” diventa ancora più suggestivo.
Una seconda performance, questa volta del Workcenter of Jerzy Grotowski and Thomas Richards, ci ha trasportato su una dimensione più globale, con rimandi alla musica africana e agli spirituals.
E poi un vero viaggio nel tempo, con il riassunto dei momenti salienti delle ultime stagioni – alcune delle quali le ho raccontate proprio su questo blog – e la presentazione della nuova stagione.
E che stagione: sì perché come ho scritto a caldo in un tweet il nuovo palinsesto promette veramente bene.
Da Beckett a Strindberg ma anche Pirandello e Miller.. la prossima stagione di @PergolaFirenze promette benissimo #TeatrodellaToscana1718 pic.twitter.com/qc1uCATqul
— lonelytraveller (@lonelytraveller) 14 giugno 2017
E già le bellissime – a mio modesto parere – immagini pubblicitarie della campagna suggeriscono che si faranno le cose in grande. Magari sbaglio ma a me ricordano un po’ Metropolis e un po’ il manifesto di Good Morning Babilonia dei Taviani.
Partiamo dalle basi: in scena troveremo alcuni classici del teatro, da Pirandello a Strindberg, da Miller a Shakespeare per arrivare fino a Cechov. Ma ci sarà spazio anche per testi contemporanei – ad esempio quelli di Stefano Massini – e vere new entry – come nel caso di Prigionia di Alekos, di Sergio Casesi, vincitore del Premio Pergola per la nuova drammaturgia, portato in scena da Cauteruccio. E per non limitarsi al panorama italiano, ci sarà anche Robert Wilson con la riproposizione di Hamletmachine.
Per quanto mi riguarda spero di raccontarvi in diretta o su questo blog la maggior parte delle produzioni in cartellone.
Tanti anche i grandi nomi che calcheranno le scene dei teatri coinvolti, o che firmeranno le regie degli spettacoli: da Gabriele Lavia – direttore artistico del Teatro della Toscana – con Il Padre, a Glauco Mauri con Finale di partita, per proseguire con Monica Guerritore, Carlo Cecchi, Geppy Gleijeses, Elio De Capitani, solo per citarne alcuni. Non mancheranno inoltre nomi più conosciuti anche a chi il teatro non lo frequenta assiduamente: Alessandro Preziosi, Vinicio Marchioni, Stefano Accorsi, Lino Guanciale, Gian Marco Tognazzi, Elena Sofia Ricci. Senza dimenticare il recital di Drusilla Foer per la notte di capodanno al Niccolini.
Una stagione, insomma, che promette di portare nei teatri della Fondazione un pubblico vario e soprattutto numeroso, con un’offerta che sembra puntare non solo sulla quantità ma anche sulla qualità della stagione e soprattutto sulla progettualità.
Sì perché indipendentemente dal giudizio sulle singole stagioni – e qui siamo in materia di gusti personali – è innegabile che in questi tre anni la Fondazione Teatro della Toscana ha lavorato a un progetto di ampio respiro e ha investito in modo lungimirante. Formando gli artisti di domani – che ormai è oggi, perché la scuola Orazio Costa è arrivata alla fine del suo primo ciclo triennale; riportando alla Pergola la grande tradizione dei mestieri del teatro, con corsi dedicati; formando il pubblico di domani, non solo con le attività didattiche ma con iniziative mirate ad un target giovane – penso agli aperitivi a teatro – affiancate da tariffe allettanti. E soprattutto integrando le realtà del Teatro Era e del Teatro Studio, rendendo l’integrazione parte di un progetto più ampio e non un semplice calcolo dei posti ai fini della nuova normativa FUS.