La prossima settimana parteciperò in veste di guest blogger all’evento Museums and the Web Florence 2014: si tratta di una tappa tutta fiorentina della conferenza si tiene ogni anno negli USA, dedicata all’uso di Web e Social Media/Network nelle strategie di comunicazione e promozione delle realtà museali. Quest’anno eccezionalmente ci sarà una conferenza “extra” di soli tre giorni. a Firenze dal 19 al 21 Febbraio; il tema degli incontri sarà Open Museums and Smartcities: Storytelling and Connected Culture: strategie, strumenti, best practice per connettere il patrimonio culturale alle comunità delle ‘smartcities’ del futuro.
Di cosa parleremo? Di moltissime cose, tutte importanti e interessanti: open data, tecniche e tecnologie di storytelling, accessibilità, strategie di engagement del pubblico e molto di più. Il programma del resto è ricchissimo, con relatori italiani e stranieri, in modo da permettere un confronto tra gli addetti ai lavori provenienti da contesti diversi.
Inutile dire che sono molto contenta di questa opportunità, un po’ perché sarò in ottima compagnia – con me ci saranno anche Anna del blog Care about Culture e Aurora di #svegliamuseo – ma anche perché sono molto curiosa di vedere cosa si sta muovendo in Italia in questo campo.
In questi ultimi tempi infatti mi sono occupata spesso di musei e web: è un tema che mi appassiona perché penso che il web e i social network siano gli strumenti che potrebbero permettere al mondo della cultura italiana di rilanciarsi. Infatti è ormai quasi scontato dire che la promozione della cultura in Italia è di fatto – scusatemi la battuta – un pezzo da museo e non è certo un mistero che in questo paese ci sia un potenziale di risorse culturali (che però sono anche turistiche) sotto-utilizzato.
Però le cose stanno cambiando anche grazie alla buona volontà di tanti curatori o semplici volontari – penso appunto agli amici di #svegliamuseo e agli account twitter delle opere d’arte che stanno spopolando in queste settimane.
Insomma, siamo solo all’inizio e come dimostrato dal successo di iniziative nate “dal basso” come le Invasioni Digitali o il #MuseumSeflie day, il pubblico italiano è piuttosto sensibile se stimolato nel modo giusto e molte istituzioni, partecipando a queste iniziative, hanno capito che un nuovo modo di raccontare, proporre e veicolare la cultura è qualcosa che conviene a tutti. In altre parole mentre i potenziali visitatori di musei si aggiornano sul web e usano strumenti come Pinterest, Facebook e Twitter per condividere e allo stesso tempo cercare suggerimenti per nuove attività, i musei sono rimasti fermi al palo: è una notizia degna di essere pubblicata su un quotidiano il fatto che il Museo dell’Accademia di Firenze abbia formalmente chiesto al Ministero per i Beni e le Attività Culturali di poter permettere ai propri visitatori di scattare foto con smartphone e tablet al suo interno, ammettendo che la legge Ronchey è stata di fatto superata dai tempi. In questo contesto parlare di strategie di engagement e di gamification applicata alla comunicazione museale è una sfida degna di nota. Ma è anche un atto dovuto a chi cerca di fare un ottimo lavoro nonostante la burocrazia italiana e le gerarchie un po’ ingessate di certe istituzioni.
Se come me siete curiosi di come sarà il futuro della comunicazione dei musei italiani, vi consiglio di seguire su twitter durante i giorni della conferenza l’hashtag #mwf2014 mentre se volete approfondire i vari argomenti sia io che gli altri blogger posteremo sui rispettivi blog qualche riflessione nelle settimane successive.