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Conde Nast Traveller ha recentemente chiesto a una giuria di famosi scrittori di stilare una lista di capolavori della letteratura di viaggio. La blasonata giuria che comprendeva (tra gli altri) “star” del calibro di Gore Vidal e Vikram Chandra, ha quindi compilato una lista che comprende ben 86 titoli, pubblicata sul sito americano dell’editore.

Sebbene molti titoli siano stati scelti tra la letteratura di lingua anglosassone, il panorama è piuttosto completo e annovera molti testi che sono veri e propri classici, cominciando dalle Storie di Erodoto passando per i resoconti delle spedizioni di viaggio dell’800 fino ad autori contemporanei come l’immancabile Chatwin (In Patagonia e Le vie dei canti) e Kapuściński (Imperium).

La lista è sicuramente interessante e decisamente corposa. Per me che sono un’accanita lettrice è stata anche un po’ scioccante perché devo ammettere di aver letto solo pochi titoli tra gli 86 proposti, e di non aver nemmeno sentito parlare della maggior parte di questi. Molti però sono finiti sulla mia lista di libri da leggere in futuro, cercando di riprendere il tempo perduto.

È vero che l’impresa di scegliere una rosa di libri di viaggio tra la miriade di testi in circolazione non è cosa facile. Però come non-anglofona comunque la lista non può che sembrare incompleta, visto che non sono citati degli autori classici come Stendhal e Goethe, come pure grande assente è Gide e l’elenco potrebbe continuare. Inoltre mi sono stupita come possano mancare libri che hanno comunque ispirato generazioni cresciute col mito della vita on the roadcome appunto Sulla strada di Kerouac o ancora Latinoamericana (alias I diari della motocicletta) di Che Guevara. Infine sicuramente come italiana aggiungerei almeno un libro di Tiziano Terzani (c’è l’imbarazzo della scelta ma il mio preferito è forse La fine è il mio inizio) e di Fosco Maraini, giusto per limitarsi ai nomi più noti e tradotti anche in inglese…

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